Io
somiglio a te e tu a me
anche
se non ci conosciamo…
La
verosimiglianza della disuguaglianza
la
vedo ogni giorno alla fermata del tramonto…
Marco
Parente, uno dei songwriter più brillanti e inafferrabili
del panorama contemporaneo presenta il suo secondo
singolo “C’era una stessa volta” tratto
dall’album “La riproduzione dei fiori” uscito
per Woland (distr. GoodFellas).
Dopo
numerose recensioni lusinghiere sulla bellezza e sulla qualità de La
riproduzione dei fiori, il nuovo singolo mette l’accento sul lato
più rock di un album, che ha mostrato l’abilità di Marco
Parente nel giocare con le parole e nel mettere insieme liriche
di grande forza comunicativa, tra flussi di coscienza e storie
reali.
Qua
e là in tutto il disco citazioni letterarie e musicali, e non a
caso nell'incedere musicale del nuovo singolo aleggia
volutamente Hurricane di Dylan, mentre le parole rotolano
nel tipico "spokenword" alla Parente. “Come accade
per tutti i grandi – qui non si copia... si ruba!” e
aggiunge “Il testo accorcia le distanze tra barbaro e classico
fino a mettere in discussione ogni tipologia di diversità”.
“C’era
una stessa volta”, è il brano che dà una sferzata di rock acido e
che insiste sulla “storia che si ripete” ciclicamente e
inevitabilmente, spesso invisibile proprio perché troppo palese. Il
risultato è un proiettile dritto in faccia alla paura della
verosimiglianza. “In fondo la natura umana è tanto
prevedibile quanto simile in ogni suo gesto quotidiano” spiega
Parente "....e se un giorno sentirò questa canzone alla
radio è perché finalmente anch'io somiglio a te".
“C’era
una stessa volta” è anche il primo vero videoclip ufficiale
dell’album ed esce oggi, in anteprima, su www.indie-eye.it.
Oltre a esserne l'interprete, Marco Parente ne scrive lo storyboard e
ne cura la regia, insieme naturalmente al prezioso aiuto di Ruggero
Lupo Mengoni (già regista dei due video-arrangiamenti di
"Calma" e "Il giardino delle cose vaghe").
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